BURANO: L’ISOLA DEI COLORI
Appena la barca si avvicinerà alle placide e verdi acque della laguna intorno a Burano, i vostri sensi percepiranno di essere arrivati in un luogo magico: un insieme di isolette a pelo d’acqua, un mondo minuscolo ma infinito. A Mazzorbo, Torcello e Burano c’è tutto; qui gli occhi spaziano oltre le case colorate, oltre le rive, oltre gli orti, oltre l’acqua, fino alle montagne che si lasciano ammirare nei giorni di sereno. Non esiste forse nessun luogo al mondo dove tanta bellezza, natura e il brulicare della vita quotidiana si coniugano così alla perfezione. Qui il modo di vivere è piacevolmente lento, e segue il dondolio delle acque della laguna e il rigore delle tradizioni e dei mestieri di una volta.IL PONTE DI LEGNO
L’isola di Burano, collegata a Mazzorbo da un lungo ponte di legno, s’inserisce storicamente e geograficamente nel vasto complesso insulare denominato “laguna nord”. La leggenda narra che questo arcipelago fu abitato sin dal 639 d.C., anno in cui fu fondata la cattedrale di Santa Maria Assunta a Torcello ad opera degli Altinati, una popolazione in fuga dalle orde barbariche di Attila. Prima di tale data in laguna l’uomo non esisteva ancora, e dove noi oggi vediamo le casette colorate, gli orti, la maestosa cattedrale e i palazzi antichi, c’erano solo fango e acqua. La Venezia Nativa nacque proprio qui, sulle argillose barene che ricoprivano circa l’80% dei 60.000 ettari di laguna, e dove fin da tempo immemore vivevano uccelli di mare, pesci di ogni genere, roditori e colonie di fenicotteri, attorniati da una vasta distesa di fiorellini lillà chiamati Limonium. Gli Altinati infilzarono le barene con milioni di tronchi di albero per renderle stabili, e vi fondarono la vita. Venezia, come la intendiamo noi, non era ancora nata. Burano fu popolata contemporaneamente a Torcello e Mazzorbo, e fu battezzata su ricordo nostalgico della Porta Boreana, una delle entrate alla murata città di Altino. Nella storia di Burano sono state scritte molte vicende, che l’hanno vista sopravvivere fino ai giorni nostri. Oggi l’isoletta si presenta meravigliosa, con le sue case a tinte sgargianti che la rendono uno dei posti più colorati al mondo. Qui si vive ancora di pesca, e le donne continuano l’arte del tombolo, meglio conosciuto con il nome di Merletto di Burano, o punto in aria.I COLORI E LA PESCA
Ora che siete qui lasciatevi avvolgere dall’atmosfera incantata dell’isola. Passeggiando per le deliziose calli e callette di Burano i vostri sensi saranno inebriati da sfumature di blu, rosa, rossi, arancioni, viola. Qui i colori sono un vero stile di vita, e con cadenza quasi annuale gli abitanti ridipingono le facciate da cima a fondo, infissi compresi; li vedrete ammirare orgogliosi il risultato, con le mani sporche di vernice e le alte scale usate per raggiungere i coppi, ossia i tetti. Sono loro la parte migliore di Burano, i Buranelli (Buranella al femminile e Buranello al maschile) che rispondono ai nomi di Maria, Tina, Bepi, Arturo (…) e che da secoli si prendono cura dell’aspetto estetico dell’isola e non solo. Quanti abitanti ha Burano… quasi 2750, pochi ma tanti se comparati ai 9 (nove) di Torcello. Oggi ogni famiglia ha l’onore di scegliere il colore della propria abitazione, ma in passato non lo si poteva fare, giacché una volta i colori erano decisi dal Comune e non potevano essere mai cambiati. Per fortuna oggi questo vincolo è meno rigido, e si può esprimere la propria personalità con uno, due, o mille colori come nei casi della Casa di Bepi in via del Gotolo, la casa di Gianfranco Rosso nei pressi del parco della Fondamenta, o la “Lego House” dietro alla chiesa. In questi casi i proprietari, forse indecisi sul colore da scegliere, li hanno mescolati tutti, rendendo le proprie abitazioni dei veri arcobaleni.LA CASA DI BEPI
Le case colorate sono tuttavia solo una delle ricchezze di Burano, che offre molto, molto altro da scoprire: la cucina per esempio, con i suoi risotti, il suo pesce e i suoi deliziosi biscotti chiamati Essi e Bussolà. Se per gli ultimi la ricetta è ormai nota (1 kg di farina, 3 etti di burro, 6 etti di zucchero, 12 uova, un po’ di vaniglia e un po’ di limone), per il risotto di gò, re della cucina Buranella, la ricetta è ancora top secret e tramandata in modo estremamente segreto da madre a figlia. Dopo un pranzetto con i fiocchi è il momento di passeggiare, e andare alla caccia degli angoli più meravigliosi e interessanti dell’isola. Potete farlo da soli o guidati da qualcuno del posto. Alcune cose vi si presenteranno davanti agli occhi in modo del tutto inaspettato, come le viste incredibili sulla laguna o alcune case dai particolari interessanti; altre invece le dovrete cercare per bene, come la casa di Remigio Barbaro, o l’angolazione migliore da cui ammirare il campanile storto. Si, non è un’illusione… il campanile di Burano è storto davvero.IL CAMPANILE STORTO
A differenza della torre di Pisa, il campanile di Burano fu inizialmente costruito nel 17° secolo perfettamente dritto, ma fu rialzato da 54 m. a 64 m. nel 1774, per far fronte al nuovo gusto delle proporzioni dell’architetto del tempo, che avendo ingrandito la chiesa attigua dedicata a San Martino Vescovo di Tours, volle allungare anche il campanile. Forse non calcolando bene la spinta che il nuovo peso della torre avrebbe convogliato sulle antiche fondamenta di tronchi e fango, l’architetto vide presto il campanile inclinarsi verso sud, dapprima con velocità quasi impercettibile, e poi accelerando di colpo una notte di 50 anni fa; il movimento aveva persino fatto suonare una campana. L’isola si allarmò non poco, ma pronti interventi di bonifica riuscirono ad arrestare la pendenza del campanile, che tutt’oggi pende di circa 1,85 m. sul baricentro. Tutto il resto è storia, e ora Burano si vanta anche di questa bellezza che si aggiunge alla lista delle cose che rendono questo luogo veramente speciale.IL MERLETTO
E’ giunto ora il momento di ammirare da vicino la centenaria tecnica della lavorazione del merletto. Potrete farlo visitando il Museo del Merletto (ore 10.00/16.30 – lunedì chiuso), dove al primo piano troverete ogni mattina un gruppetto di merlettaie sedute alla propria seggiolina di legno chiaro che le vide da bambine come allieve della Scuola Merletti; oppure spostandovi in uno dei negozi di Via Galuppi, dove generazioni di commercianti hanno raccolto collezioni d’inestimabile valore. Quest’arte fu praticata a Burano sin dal 1500, dalle donne che aspettando il ritorno dei mariti dalla pesca ingannavano il tempo tra una faccenda e l’altra, tra un bambino e l’altro, dilettandosi nel ricamo. Il merletto in realtà è una tecnica diversa dal ricamo, poiché non viene eseguito passando l’ago attraverso la stoffa, ma rimanendo sempre in superficie, in aria per l’appunto. L’esecuzione è un tripudio di punti con nomi curiosi che vanno dal ghipur al sacola ciaro, dal greco redin al punto Venezia, tante piccole barrette di filo che come i ponti di Venezia legano tutto il lavoro, che verrà poi staccato dal supporto da mani esperte e venduto come un’autentica opera d’arte. Perché è questo che è il merletto di Burano… arte, che tra poco sarà inclusa nel Patrimonio Universale dell’Unesco. Per completare l’esperienza Buranella non può mancare un giro in barca, magari accompagnati da uno dei pescatori dell’isola, che maestri del loro mestiere vi mostreranno scorci lagunari di bellezza incredibile, o una passeggiata romantica a Mazzorbo, l’isola sorella di Burano. Basterà attraversare il lungo ponte di legno tra le due isole, e lasciarsi affascinare dal mondo rurale fatto di orti e vigneti: Mazzorbo, una volta Mayurbis, nobile e popolosa. Qui è imperdibile la Chiesa dedicata a Santa Caterina di Alessandria, con il suo soffitto a carena di nave rovesciata, e la Madonna di Remigio Barbaro. E dovreste pure fermarvi un attimo ad ascoltare i rintocchi della campana più antica della laguna, che dalla sommità del campanile si dice abbia il potere di allontanare, con le sue onde sonore, qualsiasi tempesta.L’ISOLA DI TORCELLO
Se la storia è un cerchio che si chiude, l’ultima tappa della vostra visita dovrebbe essere senza dubbio Torcello, magari all’imbrunire, quando la maggior parte dei turisti sarà tornata a Venezia. Qui dove la storia di Venezia è iniziata prima di Venezia stessa, si conservano ancora reperti bizantini, un antico leone alato, e la maestosità dei dorati mosaici della cattedrale di Santa Maria Assunta, che non smettono di lasciare a bocca aperta ogni spettatore. Tornando da Torcello verso Burano vi troverete di nuovo davanti allo spettacolo delle case colorate a pelo d’acqua, e forse approfitterete per l’ultima fotografia o troverete il luogo perfetto per un bacio, o per brindare sorseggiando un bicchiere di vino nella notte stellata. E se vedrete una stella cadente, non esprimete un desiderio… esso si è già avverato.Testo di Silvia Zanella
autrice del libro A Burano con Romeo
e guida per
www.discoverburano.com
Original tour of Burano since 2016